Alle Sorgenti del Tevere – Anello basso del Monte Fumaiolo

Uno dei grandi pilastri dell’Alta Valmarecchia, il monte Fumaiolo, ci offre un percorso selvaggio e storico su un anello di circa 10 km. partendo dalla località di Balze ci immergeremo nella natura dell’appennino Romagnolo. Tra faggi secolari e antichi eremi andremo a scoprire l’origine di uno dei fiumi più noti del nostro Paese.

Lunghezza10km
Durata3h
DifficoltàMedia
Dislivello600m


Scarica la traccia che abbiamo seguito!


Il nostro trekking inizia nel paese di Balze o Le Balze (come viene chiamato nel dialetto locale) che sorge ai piedi delle falesie a sud del comprensorio del Fumaiolo, nel comune di Verghereto (FC). Lasciata la macchina nella piazza centrale del paese (Piazza XVII Luglio), imbocchiamo il sentiero 00 che parte da Via Marecchiese. E’ l’inizio dell’anello, che percorreremo in senso antiorario.

Attenzione: ci sono due imbocchi per lo stesso sentiero, quello giusto è il secondo sulla sinistra arrivando dal curvone della piazza. Nel tratto inziale, il sentiero si sovrappone a Via Sant’Alberico, come da segnaletica.

Il meteo non è tanto clemente: le nuvole basse e l’umidità fanno da cornice a un ambiente pienamente invernale. Del resto, si dice che il nome Fumaiolo derivi da “fumo”, in riferimento alle nubi che in questo periodo caratterizzano questa zona.

Il sentiero è una vecchia mulattiera che fiancheggia un torrente. Da subito il percorso inizia in salita ma con un dislivello abbastanza graduale. Lasciate le abitazioni del paese alle nostre spalle, ci addentriamo in un’imponente bosco di faggi, che saranno i nostri fedeli compagni per tutto il cammino.

Dopo circa 1 km ci ritroviamo su un crocevia di sentieri; seguiamo le indicazioni per l’Eremo di Sant’Alberico che incontreremo poco dopo. Camminando ci allontaniamo dal corso d’acqua che ci ha accompagnato nella prima parte del percorso ed entriamo in un silenzio quasi “spirituale” che ci prepara alla visita dell’Eremo.

Sant’Alberico sorge ai piedi del Monte Aquilone, incastonato tra i meravigliosi faggi secolari che caratterizzano questi boschi. Per chi sa apprezzare momenti di riflessione o di preghiera consigliamo di fermarsi qualche minuto, sfruttando anche la piccola cappella situata al piano terra. Non si sa con esattezza l’anno di fondazione dell’eremo, né quando sia vissuto il santo da cui prende il nome (si ipotizza XI secolo o addirittura IV/V). A inizio ‘800 il complesso venne venduto a dei privati per poi ritornare sotto la proprietà della Chiesa a fine del XIX secolo, più precisamente della diocesi di Sarsina. Dal 1954 l’edificio è abitato da un’eremita. L’attuale eremita si chiama Gianbattista Ferro.

Dall’eremo imbocchiamo il sentiero 133 in direzione della località La Cella. La strada è in discesa e segue al contrario il percorso della Via Crucis. Giunti alla prima stazione ci imbattiamo in una strada bianca che ci conduce fino alla località La Cella.

Da qui, ritorniamo nel bosco per prendere il sentiero 121 che rimane sulla sinistra, esattamente dietro una palizzata. E’ il tratto più impegnativo, dato il dislivello.


Arriviamo così all’incrocio con il sentiero 125, a cui teniamo la destra in zona Pian dei Petricci. La nebbia ci impedisce di godere a pieno del panorama; nonostante ciò, la presenza dei faggi che ricoprono la vetta del Monticino (sulla destra) rappresenta già di per sé un’ottima ricompensa.


Arrivati allo spiazzo di Faggio Scritto proseguiamo lungo il 129, verso il Rifugio Biancaneve. Nei dintorni si possono ancora vedere gli “scheletri” del vecchio impianto sciistico del Fumaiolo, inutilizzato oramai da diversi anni.

  • Rifugio Biancaneve

Dietro al rifugio troviamo le indicazioni del 129 per le Sorgenti del Tevere. Il percorso da qui in avanti rimarrà sempre in discesa. Dopo qualche decina di metri ci immettiamo sul 104, tenendo la sinistra. Superati alcuni tornanti a zig-zag ci ritroviamo in una piazzola alquanto particolare.

A lato monte, si erge un massiccio obelisco recante un’aquila bronzea in cima e quattro teste di lupa ai lati. Un’iscrizione recita: “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”. Il gorgogliare dell’acqua non lascia dubbi… sono le sorgenti del Tevere!


Piccolo excursus storico: Nel 1923 Benito Mussolini fece spostare i confini delle regioni in modo tale che il Monte Fumaiolo rientrasse nella provincia di Forlì, sua terra natale (ovviamente per puro interesse propagandistico). Il monumento venne invece realizzato nel 1934.

Il sentiero sbuca su una strada asfaltata (via Tevere), all’altezza dell’Albergo Monte Fumaiolo. Teniamo la destra e dopo 100 metri troviamo l’imbocco del 104 sulla sinistra.

Si continua a scendere fino a un grande spiazzo di campi incolti. Girando a destra percorriamo una strada di campagna che ci porta a un punto panoramico dal quale si può ammirare, in tutta la sua interezza, il monte Zucca. Per saperne di più riguardo il Monte Zucca e le relative sorgenti del fiume Marecchia, vi consigliamo di leggere questo articolo.

Riprendendo il 104 ci rimmergiamo dentro al bosco: i faggi iniziano a lasciare spazio a querce e aceri, segnale che ci indica che stiamo scendendo di quota. Enormi massi di arenaria circondano il sentiero, probabilmente staccati dalle falesie del lato sud del Fumaiolo. Per chi ha fatto escursioni nelle zone vicino e attorno al santuario della Verna può notare una certa somiglianza tra i due ambienti, dettato proprio della presenza di queste rocce.


Sentiamo via via più vicino lo zampillare dell’acqua. Intanto il sentiero si apre e lascia spazio a una piccola radura. E qui capiamo l’origine del suono, quando vediamo di fronte a noi una cascata alta circa una decina di metri. Si tratta sempre del Tevere che, paragonato al ruscello che avevamo lasciato alla sorgente, troviamo certamente cresciuto. Cornice ideale per una foto di rito, prima di riprendere il cammino.


Infine, il sentiero 106 ci porta nel giro di poco sulla strada provinciale 43: teniamo la destra per fare ritorno alle Balze, chiudendo così il nostro anello.

Dopo circa 10 km di cammino le nostre pance risentono di un “leggero” appetito. Con alcuni decidiamo di fermarci per pranzo in un ristorante tipico del posto, La Giardiniera. Il locale si trova sulla strada omonima al bivio tra Casteldelci e la località Mercato. La cucina è tipica romagnola con piatti che si avvicinano anche alla tradizione toscana; il tutto a conduzione a famigliare. L’ospitalità è di casa, e dopo esserci rifocillati con un ottimo pranzo e qualche chiacchera con i proprietari, siamo pronti a rientrare.


In sintesi:

  • Anello di 10km, circa 3 ore di cammino, percorso in senso antiorario.
  • Trekking di media difficoltà (600 m di dislivello).
  • Balze-> 00-> Eremo Sant’Alberico-> 133-> La Cella->121-> 125-> Pian dei Praticci-> Faggio Scritto-> 129-> Rifugio Biancaneve-> 129-> 104-> Sorgenti Tevere-> Albergo Monte Fumaiolo-> Punto panoramico-> 104-> Cascate Tevere-> 106-> Balze
  • Punto d’acqua a Balze, Eremo Sant’Alberico, sorgente Tevere.
  • Segnaletica presente e capillare.
  • Da vedere: Eremo Sant’Alberico, Sorgenti e Cascate del Tevere, punto panoramico sul Monte Zucca.

Abbiamo provato il percorso il 3 marzo 2024. FinRa presenti: Francesco Bronzetti, Andrea Garattoni, Biagio Prencipe, Barbara Tentoni, Anna Aulino, Mattia Semprini, Dajana Tafa, Gaia Bartolini, Francesco Tasini, Fabio Borghesi, Marco Dolci. Articolo di Francesco Tasini. Foto di Francesco e Fabio.

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