Trekking da Decontra con vista su Monte Amaro, vetta più alta della Majella. Punto d’arrivo è l’Eremo di San Giovanni, scavato interamente nella roccia. Per entrarci c’è solo una modo… strisciare!
Lunghezza | 13km A&R |
Durata | 4h 30mn A&R |
Difficoltà | Medio |
La nostra giornata di trekking parte dalla piccola Decontra, piccolo borgo praticamente privo di ogni servizio. Lasciamo la macchina nello spiazzo all’inizio del paese; segnaliamo che a pochi passi da qui troviamo una fonte.
La segnaletica è fitta: diversi percorsi passano da qui. Noi seguiamo le indicazioni per l’Eremo di San Giovanni, in direzione opposta al paese. Pochi metri in salita ed ecco un altro incrocio, a cui prendiamo la destra.
Il sentiero è ampio e su strada bianca, piacevole sebbene in graduale salita. Dieci minuti dopo ci troviamo a un incrocio, sempre ben segnato. Teniamo la destra per il sentiero B1.
Così lasciamo la strada bianca per camminare finalmente all’ombra del bosco. Segnaliamo sulla via una gomma posizionata a formare un abbeveratoio per il bestiame. Non sappiamo se sia potabile, ma nelle giornate più calde (come la nostra) è un piacere darsi una rinfrescata.
Il B1 prosegue sbucando nuovamente su strada bianca. Il tratto è molto breve. Dopo poco la segnaletica bianca e rossa ci guida per un sentiero in campo aperto.
Seguiamo una traccia in campo aperto, costantemente in salita. La mancanza di ombra non rende troppo raccomandabile camminare nelle ore centrali della giornata. Diverse volte ci immetteremo su sterrata per poi tornare in campo aperto. E’ impossibile segnare ognuno di questi passaggi né ci sembra troppo utile, dato che la segnaletica è perfetta. Basta seguirla.
Un viandante ci indica l’imponente Monte Amaro, vetta più alta della Majella. Il dislivello fatto è un giusto prezzo per godere di questi scorci di assoluta bellezza.
Al termine della salita troviamo una fonte, incentivo a una meritata pausa.
Riprendiamo a camminare, questa volta all’ombra dei faggi. Giunti a uno spiazzo, cartellonistica ci invita a tenere la destra.
Successivamente si giunge a un cancello verde, in località Piana Grande. Da qui partono due vie diverse che portano entrambe all’eremo. Un cartello ci avverte che il sentiero che parte da destra è momentaneamente chiuso; pertanto terremo la sinistra come da immagine.
Il sentiero si apre fino ad arrivare a un belvedere. Tutta la valle di fronte a noi è ricoperta di verde. E’ sicuramente uno dei punti più scenografici del percorso.
Proprio a livello del belvedere si aprono di fronte a noi due strade, entrambe segnate come S, che partono parallele per poi dividersi gradualmente. Noi teniamo la destra, scendendo. Nel giro di poco ci ritroviamo in mezzo al bosco, in netta discesa. Attenzione alle ginocchia.
E’ il momento tanto atteso. Dopo 20mn nel bosco, vediamo le prime tracce dell’ingegnosa opera di Papa Celestino V: una scala interamente scavata nella parete. Non c’è corrimano o protezione. Il pavimento e il soffitto si avvicinano sempre di più fino quando non rimane che una cosa da fare: strisciare. Nel punto più stretto, la superficie su cui si poggia raggiunge i 40cm di larghezza.
L’eremo è un luogo spoglio e inospitale, ma al tempo stesso estremamente affascinante. All’interno notiamo l’ingegnoso sistema di approvvigionamento idrico pensato dal pontefice, composto da cunicoli che convogliano l’acqua piovana nelle vasche di decantazione. Si raccomanda la massima prudenza: non è un’attività fisica adatta a tutti. Non sottovalutarla.
E se le parole non vi bastano…
In sintesi
- Soli 6,5km (per tratta), ma 800m di dislivello. 3h l’andata, 1h e mezza il ritorno (indicativamente).
- Trekking di media difficoltà
- Segnaletica presente ed omogenea
- Due punti acqua: a Decontra e al termine della salita del B1
- Da vedere: vista su Monte Amaro, Eremo di San Giovanni
- L’entrata all’eremo è pericolosa e non adatta a tutti


Abbiamo provato il percorso il 24 luglio 2021. FinRa presenti: Andrea Ottaviani, Francesco Bronzetti, Marco Dolci. Con la partecipazione del veterano Pier. Articolo di: Andrea. Foto di Francesco, Marco e Pier. A ricordo di un weekend in Abruzzo passato a lasciarci stupire dalla natura e dagli arrosticini.