La giornata di trekking consiste in un anello nel circondario di Balze di Verghereto (“Le Balze”), meta conosciuta dagli amanti dell’outdoor e del classico pic nic domenicale.
Lunghezza | 15km |
Durata | 4.30h |
Difficoltà | Medio |
Balze è un paese dalla chiara vocazione turistica: bar e altri servizi non mancano, anche in un giorno festivo. Parcheggiamo nella piazza principale (https://www.google.com/maps/place/Bar+Deanna/@43.7772599,12.0902875,16.58z/data=!4m5!3m4!1s0x132c803fa65c9ce3:0x2cb43a6561ac7780!8m2!3d43.7778114!4d12.092681). Da qui, la segnaletica bianca e rossa del CAI offre all’escursionista un ampio ventaglio di possibilità (foto). Prima di iniziare a camminare, ci procuriamo dei panini al sacco nel piccolo alimentari “Da Michele”, dove l’accento del salumiere ci ricorda quanto siamo vicini alla Toscana. Accumulato il classico ritardo, si può partire.
Il primo tratto è su strada. Si lascia il centro alle spalle e ci si dirige verso il ristorante “Balze Ghiotte”. A questo livello, si tiene la destra al bivio (foto n2) e si inizia a salire per la Strada Provinciale 43.
Cinque minuti di cammino e, ancora su strada, si trova un punto acqua. Non è chiaro se sia potabile o no, ma Leprotto Generoso l’ha bevuta ed è stato bene. Poco dopo, sulla destra, compaiono le prime indicazioni per il sentiero 106. Da qui in poi non vedremo più la strada.
Il bosco ha un microclima unico: fresco e umido, non si suda neanche se la strada si fa in salita. Sconsigliamo di fare il trekking dopo una giornata di pioggia perché il sentiero diventa molto fangoso.
Dopo poco si giunge a un bivio, segnato, a cui si tiene la destra, continuando a salire (terza foto). Poi gli alberi si diradano e si entra in una piana, che porta alla località “I Laghi”.
Alla località “I laghi”, si continua sul sentiero 106, in direzione Sant’Alberico. Poi si seguirà il sentiero 125. Niente paura, basta seguire le indicazioni per l’eremo. In questo tratto, l’unica cosa da fare è godersi una natura che sa meravigliare. L’eremo si inserisce perfettamente in questo dialogo fra natura, uomo e Dio.
L’eremo ha un ampio giardino, con l’altare dove celebrare la Messa all’aperto e la lapide di un precedente eremita. Dei cartelli invitano al silenzio e alla preghiera. Una chiesetta, aperta al viandante, è illuminata solo da qualche candela. Si percepisce davvero la cura dell’eremita nel mantenere vivo questo luogo dello spirito. C’è un punto acqua.
Lasciato l’eremo, si mantiene la sinistra (foto n1) e si inizia una salita abbastanza tosta (non continuate per il sentiero principale, che gira a destra e scende!). Successivamente si giunge a un bivio, dove si gira a destra verso Faggio Scritto.
Faggio Scritto è una piana dove vengono accatastate pile di tronchi per l’industria del legno. Molti turisti invece lasciano la macchina qui per andare nei vicini rifugi o sentieri. Di sicuro il parcheggio non manca.
Da Faggio Scritto si prende il sentiero in direzione Rifugio Giuseppe. Al nostro arrivo, Rifugio Giuseppe è purtroppo chiuso, ma di fronte ci sono delle panche e una bellissima carta topografica della zona. Manca l’acqua.
Da rifugio Giuseppe si prende il sentiero 129 verso Rifugio Moia. Si cammina sostanzialmente sempre dentro alla foresta, passando anche per la sorgente del fiume Agrifoglio (foto n1). Purtroppo, anche Rifugio Moia è chiuso, ma anche qui ci sono delle panche che danno un comfort inaspettato al nostro agognato panino.
Si prendono le indicazioni per “Valico monte Fumaiolo”. Percorso un breve tratto nel bosco, si giunge su strada. Noi consigliamo di girare a destra. Così facendo si arriva prima a un punto acqua e poi al punto panoramico “I Sassoni”, dove si apre una vista sull’appennino niente male.
Dopo “I Sassoni” si rientra nel bosco: seguendo l’indicazione “Sorgenti Tevere” si affronta un sentiero molto ripido che però porta in poco tempo a Valico monte Fumaiolo. Molto affollato, è il luogo perfetto per parcheggiare, prendere qualcosa da mangiare nei diversi rifugi/ristoranti o fare un pic nic.
Dal Valico si raggiunge la sorgente del Tevere in 10 minuti di passeggiata in discesa. Sono davvero turistiche (forse troppo), ma vale la pena vederle. Un’aquila d’ispirazione fascista celebra il fiume che bagna Roma.
Si continua a scendere, fino alla strada, dove si tiene la destra. Cinque minuti di strada e si rientra nel bosco sulla sinistra, seguendo le indicazioni per “I Laghi”. In un quarto d’ora si torna in paese.
In sintesi
- Anello da 15km
- Difficoltà intermedia
- 5 ore di cammino (compresi i 40 minuti per il pranzo al sacco)
- Sempre ben segnato
- Tre punti acqua: prima di prendere il 106, all’eremo, poco prima dei Sassoni
- Punto panoramico “I Sassoni”
- Visitare l’eremo di Sant’Alberico e le sorgenti del Tevere
Abbiamo provato il percorso il 2 giugno 2020. FinRa presenti: Leprotto Generoso, Castoro Orgoglioso, Ermellino Cortese, Gabbiano Pensatore. Con la partecipazione di: Giulia. Articolo di: Ermellino Cortese. Foto di: Castoro Orgoglioso&Giulia. Pacco prevedibile di: Zebra Sorridente, Fenicottero Sensibile.
PS Come sottolineato più volte tutto il percorso proposto è ben segnato. Questo non ci ha impedito di sbagliare strada: sulla traccia GPS fra Faggio Scritto e Rifugio Giuseppe noterete infatti un’insolita curva a gomito. Il sentiero che stavamo percorrendo era ampio e ben segnato, ma il nuovo gadget Garmin di Leprotto Generoso segnalava che ci stavamo allontanando dalla traccia GPS programmata. Dunque abbiamo lasciato il sentiero, superato un filo spinato e ritrovati su una mulattiera. La scelta si rivelò poco lungimirante: dopo 10 minuti nell’erba alta, che valse anche una zecca a Ermellino Cortese, ci accorgemmo che la mulattiera si ricongiungeva con il sentiero che stavamo percorrendo prima. Gli ingredienti per una bella foto di gruppo c’erano proprio tutti (sullo sfondo la mulattiera).
