Trekking in uno dei territori meno conosciuti della Valmarecchia, ovvero l’exclave toscana. Da Santa Sofia Marecchia, raggiungeremo il Castello di Montevecchio, alla confluenza tra Senatello e Marecchia. Termine del giro sarà la località Giardiniera (Casteldelci).
Lunghezza | 11km |
Durata | 3h 20min |
Difficoltà | Medio-Facile |
Ecco la traccia GPS mappata sul nostro cammino:
Doverosa premessa. Questo articolo non vuole essere, a differenza di altri, un trekking infiocchettato e pronto da provare, quanto piuttosto uno spunto da cui partire per conoscere questa fetta di Valmarecchia. Molte sono infatti le criticità riscontrate: in primis non è un anello, né il punto di partenza è quello di arrivo; i lavori del gasdotto stanno impattando enormemente su tutta la zona attraversata e di conseguenza sulla sentieristica; infine, ma non meno importante, questo è il nostro primo tentativo di approccio verso l’enclave toscana. Pertanto, tutte le informazioni riportate nel seguente articolo sono, come sempre, frutto della nostra esperienza diretta ma non per questo da prendere come verità incontrovertibili, viste le criticità suddette. Pippone finito, si parte.
Quante volte la segnaletica blu della marecchiese ci ha ricordato che stavamo lasciando la Romagna per entrare in Toscana, salvo tornare in Romagna dopo pochi minuti? Ormai gli abitanti della Valmarecchia non ci fanno neanche più caso. Eppure questa zona ha qualcosa di speciale: Ca’ Raffaello, Santa Sofia Marecchia e Cicognaia, appartenenti al comune di Badia Tedalda, costituiscono la più grande enclave (o exclave, dipende da dove la si guarda) interregionale d’Italia.
Lasciamo la macchina nella minuscola Santa Sofia Marecchia, composta da una chiesa (chiusa) e qualche casa. Iniziamo a salire per la strada asfaltata, lasciandoci il paesino alle spalle.
Un quarto d’ora di blanda salita ed ecco un bivio. Teniamo la destra per fare visita al Castello di Montevecchio. Successivamente torneremo qui per imboccare la sinistra.
Intanto ecco le prime tracce del passaggio del gasdotto. Il crinale del monte è semplicemente sventrato. Non ci si sbaglia se si tiene sempre la destra.
Incredibilmente il sentiero viene sbarrato da un cancello. In lontananza vediamo chiaramente la sagoma del Castello di Montevecchio: per raggiungerlo, non c’è altra possibilità che oltrepassare il cancello.
Così facciamo e dopo pochi passi ci imbattiamo in una casa in pietra, ben curata e con un ampio cortile. Sembra abitata o almeno abitabile, per quanto non troviamo nessuno. Sulle mura sono appese poesie sulla forza della natura. Infine, ci imbattiamo nel Castello di Montevecchio, dove termina il sentiero.
Attenzione: non sappiamo se il territorio sia proprietà privata.
Il Castello di Montevecchio è arroccato sul punto più alto del crinale, in posizione strategica. Da qui infatti si domina con lo sguardo ampia parte della valle, specialmente la confluenza del Senatello con il Marecchia. Una targa ricorda la recente ristrutturazione della fortezza. Riusciamo a entrare anche nel chiostro interno del castello, dove scattiamo qualche foto. Non sappiamo a chi appartenga o chi lo abbia in gestione: chiunque ne sapesse di più ci contatti senza problemi. E’ strano che un luogo così bello sia pressoché sconosciuto.


Torniamo indietro per lo stesso sentiero fino al bivio specificato in precedenza e, come già accennato, prendiamo la sinistra. Il sentiero sale costantemente fino al crinale devastato dai lavori del gasdotto. Il dislivello non è proibitivo. Al termine della salita ci sono due o tre case, perfettamente restaurate, a metà fra la valle del Marecchia e quella del Senatello. Le foto veramente non rendono quanto il paesaggio sia surreale da quassù!
Camminiamo sempre sul crinale, ovvero sulla spianata del gasdotto. Non è bellissimo fare trekking in queste condizioni, ma la visuale dal Monte Zucchetta arriva fino al mare e attenua i malumori.
Dopo una decina di minuti dalla stazione di comando del gasdotto, la strada si biforca. Teniamo la destra per scendere sul versante di Casteldelci.
Il cammino si mantiene in discesa senza colpi di scena. Sbuchiamo in località Monte di Sotto, quattro casolari e una vecchia torre di pietra. Infine la sterrata si immette sulla marecchiese proprio davanti al ristorante Giardiniera, vero must della zona.
In sintesi
- Passeggiata da 10,5 Km. Dislivello contenuto (300m circa)
- Medio-Facile
- Santa Sofia Marecchia -> Castello di Montevecchio -> Giardiniera. Non è un anello.
- Mai segnato, ma difficile perdere il sentiero
- Nessun punto acqua
- I lavori del gasdotto hanno purtroppo smembrato il crinale
- Attrattive: il Castello di Montevecchio
- Molto panoramico, sia sul versante del Marecchia che su quello del Senatello
- Altamente consigliato pranzare alla “Giardiniera” (bisogna prenotare!)

Abbiamo provato il percorso il 2 gennaio 2022. FinRa presenti: Marco Dolci, Irene Torresan, Francesco Bronzetti, Andrea Ottaviani. Articolo di Andrea. Foto di: Francesco, Irene.
Immagino vi starete chiedendo come tornare alla macchina una volta finito il giro. La verità è che fare un trekking ad anello sarebbe stato impossibile senza rinunciare alla tappa clou del giro, ovvero il Castello di Montevecchio. Per incastrare la visita al castello e il pranzo alla Giardiniera, momento atteso dal trekking a Casteldelci di maggio 2021, il Presidente ha ben pensato di partire con due macchine, lasciandone una proprio di fronte al ristorante. Scelta vincente: vi consigliamo di fare uguale se non volete farvi l’ultimo tratto prima della Giardiniera in salita.

Giuliano Bernucci abito a Secchiano Novafeltria. Sono andato aprile 2011.Da Giardiniera (vi siete persi la Pieve), poi Ca’ Federici, quindi Ca’ di Guerra poi più niente fino a Montevecchio e sono tornato a Giardiniera. Inutili i commenti l’avete visto.
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Caro Giuliano, immaginiamo ti stia riferendo al metanodotto. Speriamo che al termine dei lavori ci sia attenzione e cura nel ricostruire la nuova sentieristica. A presto!
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